A Carpi si è disputata la prima gara di accelerazione "ET Bracket" ufficiale CSAI che ha visto in azione un cospicuo numero di vetture di serie. Straordinario successo di pubblico.

Ne eravamo tutti convinti, fra gli appassionati, a cominciare ovviamente da noi di Elaborare: occorreva qualcuno che rompesse il ghiaccio. Ma intanto il tempo passava. Ed ecco, finalmente all'orizzonte, la tanto attesa rompighiaccio: con il nome Nitro Drag Racing sulle fiancate, e i "capitani" Lorenzo Lauro e Maurizio Voltini al timone,  ha letteralmente disintegrato questa spessa lastra di ghiaccio che copriva e raffreddava le velleità sportive e gli entusiasmi motoristici di migliaia di cultori del motore nel senso più genuino del termine.

Lo ha fatto grazie alla spinta propulsiva di quasi ottomila appassionati, quelli che domenica 11 aprile si sono ritrovati all'aeroporto di Carpi, nel modenese, dove con la collaborazione del TIM Cross il Nitro Drag Racing ha dato vita alla prima competizione ufficiale di accelerazione corsa in Italia con il nuovo regolamento varato dalla CSAI per il 1999.

La pista di 850 metri (per 20 di larghezza) dell'Aeroclub locale è stato il teatro ideale per sfogare la passione dei primi 53 concorrenti che si sono cimentati in questo genere di competizione, svoltasi sulla lunghezza del quarto di miglio (402,34 metri), che allo stato attuale delle cose, lo ricordiamo, si qualifica quale più economica e sicura nel panorama automobilistico nazionale.

Nella maggioranza dei casi è bastato, agli appassionati meno timorosi della novità, staccare la Licenza Amatoriale CSAI (50mila lire per un anno) e iscriversi alla gara (100mila lire) per divertirsi in un modo addirittura inaspettato anche da parte dei più entusiasti.

Il motivo? Ce lo spiega Maurizio Voltini: "Beh, tutti sanno che il momento più emozionante di qualsiasi competizione motoristica è la partenza. Ma è anche il più pericoloso. Ebbene, noi diamo la possibilità di effettuare almeno quattro partenze per ogni concorrente, con il semaforo americano (il cosiddetto "Christmas Tree"), dando tutta l'emozione che ciò comporta, ma senza alcun rischio. E' infatti possibile competere anche con la vettura di tutti i giorni, quella che tutti usiamo in situazioni tremende nel caotico traffico cittadino, fianco a fianco con altri automobilisti indisciplinati o incapaci, però stavolta in un campo completamente libero e sicuro. Pensiamo ai vasti spazi di fuga ai lati della già ampia corsia disponibile, all'assenza di altre vetture se non quella del concorrente diretto, all'ambulanza e ai pompieri pronti ad intervenire, al casco indossato; pensiamo ora, al contrario, ad una semplice accelerata quando scatta il verde in un incrocio cittadino, con quelli che passano anche a giallo ormai spento e i pedoni incuranti della nostra presenza tutti attorno... Non ci sono paragoni. E invece qui in 400 metri possiamo sfogare tutta l'adrenalina che abbiamo in corpo senza neppure il timore di qualche "fischietto" in agguato".

Queste illustrate sono peraltro le motivazioni che hanno appunto portato la CSAI a varare la particolare normativa di queste gare, come ci puntualizza Lorenzo Lauro: "Il regolamento ET Bracket è in vigore da svariati anni nelle gare americane, ed è quello riservato proprio a quanti vogliono venire sulle mitiche "strip" Usa a correre con la propria vettura stradale. E' vero che si tratta di una serie di norme che disorientano all'inizio, che uno non si aspetta soprattutto se crede che si debba solo "tener giù il piede" dall'inizio alla fine. Però se le si capiscono non impediscono questo tipo di strategia di gara, ma nello stesso tempo hanno il vantaggio impagabile e tuttora insuperato (da altre formule di gara) di consentire a chiunque di essere competitivo, anche a chi non possiede un'auto superpotente o iperveloce. E di vincere, all'occorrenza, grazie solo alla propria abilità e precisione".

E così, pur fra qualche incertezza iniziale, abbiamo potuto vedere cosa è possibile fare con un po' di intraprendenza e con molti sacrifici da un lato (quello organizzativo), nonché con tanta passione e un briciolo di curiosità per la novità dall'altro (quello dei partecipanti e degli spettatori), come hanno dimostrato l'affluenza e le interessanti situazioni di gara che è stato possibile riscontrare.

LE GARE

Nella finale della categoria A1, riservata alle vetture perfettamente originali più veloci, abbiamo trovato il ferrarese Matteo Zironi con la sua bella R5 Turbo a trazione posteriore contro il bolognese Andrea Bonfiglioli "armato" di 106 Rallye 1.3: ed è stato proprio quest'ultimo a vincere, in virtù del miglior scatto al verde e della capacità di avvicinarsi di soli 73 millesimi di secondo (!) al proprio tempo indice.
Anch'essa riservata alle vetture di serie, ma quelle meno veloci, la categoria A2 ha visto giocarsi la finale fra Antonio Inverardi (Milano - 106 Rallye 1.6) e Fausto Gaggiani (Lodi - Alfa 33 1700): ebbene, l'appassionato alfista ha fatto valere ottimi riflessi al verde (66 millesimi di secondo il suo tempo di reazione!) e così, nel tentativo di recuperare, il milanese è incappato nel break-out, lasciando la vittoria finale al lodigiano. Passando alle vetture preparate, è il turno della A3: qui il discorso della vittoria è stato purtroppo chiaro fin dal via, poiché il locale Luca Gualandi, con la sua splendida Tipo 2000 con trasmissione integrale, si è fatto prendere dal nervosismo per lo sfalsamento semaforico ed è incorso nella falsa partenza, lasciando dunque via libera al modenese Adriano Guerzoni, con la sua R5 GT Turbo.
Molto appassionante la nutrita categoria A4, dove in finale sono arrivati Andrea Pergreffi (R5 Alpine turbo) ed Eugenio Rizzuto (R19 16V), entrambi reggiani. Qui, data la precisione di tutti e due i contendenti, la gara si è giocata sul filo dei centimetri, se non dei millimetri, con Pergreffi che ha sopravanzato Rizzuto sul traguardo di soli 41 millesimi di secondo. Per concludere con le categorie stradali (o Street Legal), la A5 ha visto l'inconsueto scontro testa a testa fra Stefano Bennassi (Bologna) con la sua veloce 205 GTI 1.9 e Stefano Fioresi (Modena) con una Porsche 911 S 2.2 che non necessita certo di presentazioni.
A dispetto del pronostico dei faciloni di turno, però, sarebbe stato proprio il bolognese a vincere se non avesse esagerato, "sfondando" il tempo indice di mezzo decimo; un soffio, ma che l'impietoso (per quanto sofisticato) sistema di cronometraggio ha reputato sufficiente per assegnare la vittoria finale al modenese. Infine, la gara clou è stata sicuramente quella delle vetture da corsa (Super, disputata sull'ottavo di miglio). Fra queste si sono distinti Marco Gramenzi, con la sua "stratosferica" Delta S4, e Giorgio Sternieri che a suo di partenze brucianti ha condotto la sua Fiat X1/9 da autocross (adattata con gomme da asfalto) fino alla finale, dove però (nonostante un tempo di reazione pari a 19 millesimi) si è dovuto arrendere allo strapotere della Delta di Gramenzi: un eccezionale 6"641 è il tempo sui 200 metri del vincitore. Fra i premi e le coppe offerti ai migliori dagli sponsor Simoni Racing e P&L, una serie è stata dedicata anche ai più veloci in gara (esclusi i tempi rilevati nel corso delle prove libere) su vetture stradali a quattro ruote motrici oppure a trazione anteriore e posteriore: queste coppe sono andate rispettivamente a Maurizio Soli (Delta Integrale, 400 metri in 11"364), ad Adriano Guerzoni (Renault 5 GT Turbo 13"447) e ad Alessandro Passalacqua (Maserati Ghibli, 14"073);

un ulteriore riconoscimento è spettato alla più veloce delle ragazze presenti, Morena Cenni (Delta Integrale, 12"737), mentre a Daniela Bonura è andata la soddisfazione di essere giunta fino alle semifinali della sua categoria, la A2.

 

il cartellone elettronico dei tempi dove gi spettatori potevano vedere il real time la performance del concorrente.

L'INTERVISTA

L'ing. Giuseppe Invernizzi dirigente CSAI per le attività sperimentali presente alla manifestazione commenta...."Davvero sorprendente il successo di pubblico riscosso da questa prima manifestazione di Carpi, un numero importante di presenze che raramente riscontriamo nelle gare minori titolate Csai. Con queste premesse per la specialità si prevedono sviluppi futuri, ma molto dipenderà anche dall'impegno degli organizzatori. Il nuovo regolamento appositamente studiato per queste gare di accelerazione si è già dimostrato consono alle esigenze, con qualche messa a punto ulteriore di piccolo dettaglio. Molti dilettanti che si sono avvicinati per la prima volta alla Csai hanno finalmente trovato un ambiente che permette di correre senza coprire la targa.... Per quanto riguarda le elaborazioni delle vetture, la Csai ha fatto molte volte scuola riuscendo poi dall'esperienza delle gare ad omologare anche su strada interventi meccanici particolari. Siamo disponibili a mettere a punto norme di omologazione per questi impianti di sovralimentazione con liquidi non convenzionali (protossido di azoto ndr.)".